L’amore per la storia, la passione per la ricerca e l’entusiasmo della
giovinezza hanno spinto un gruppo di ragazzi cosentini a voler rispolverare
la leggenda della Tomba e del Tesoro di Alarico.
Alarico, re dei Goti, fa parte – forse ancor più di Federico II, Luigi
d’Angiò o Isabella d’Aragona… o di altri illustri personaggi storici che
hanno respirato l’aria delle Terre di Calabria – della storia di Cosenza e
vive nei ricordi e nelle leggende narrate dagli anziani della città.
La ballata di August Von Platen ha fatto sì, infatti, che la città brutia
potesse annoverare, tra i racconti di un glorioso passato, anche la storia
di un tesoro sepolto nelle sponde del Busento, il placido fiume che taglia
in due il borgo antico dalle strade nuove e novecentesche.
I ragazzi, spinti da un profondo desiderio di conoscenza, hanno scelto di
recuperare ogni singolo frammento di storia o di leggenda che permettesse
di risalire alle origini del racconto del tesoro… e hanno messo in
discussione secoli e secoli di credenze che hanno portato molti a pensare
che il fiume cosentino fosse un letto per le spoglie del famoso Re del
passato.
E’ così che è iniziata, non molti anni fa, un’avventura che è destinata a
protrarsi, probabilmente, a lungo: la scoperta della non veridicità di una
storia che è stata tramandata nei secoli… “…La tomba di Alarico non si trova nel Busento!…”
Un sussurro, forse uno spiraglio di luce su un mistero durato secoli.
“…Tutto a causa di una ballata!”, la ballata di August Von Platen, “La
Tomba nel Busento”, tradotta in lingua italiana dal poeta Giosuè Carducci,
origine di incomprensioni e di inesattezze storiche.
Studi e ricerche, miti e leggende, storia vera e racconti di anziani sono
serviti, ai giovani esploratori, ad individuare la zona in cui la
conduzione di scavi archeologici porterebbe, stavolta, alla luce la reale
tomba del Re goto: le Grotte dell’Alimena (fra Carolei e Mendicino, CS), non facilmente raggiungibili se
non con mezzi da esploratori.
Qui, diversi simboli riconducibili ad associazioni iniziatiche ed
esoteriche sono impressi sulle dure rocce; essi si fondono e si
confondono tra altri simboli meno
comprensibili, probabilmente iscrizioni indicanti la sacralità del
luogo. Non è infatti un caso che questi luoghi sono proprio al di sotto
di un cimitero.
Forse, quindi, grazie all’impegno e alla passione di un piccolo gruppo di
curiosi, la cultura germanica e quella italica potranno, dopo secoli,
finalmente riunirsi e condividere una storia che è unica per due culture.
Questo piccolo spazio su CalabriaOnLine vuole essere dedicato ad ogni
nuova scoperta dei ragazzi… qualsiasi tipo di materiale, testo o
fotografie, verrà qui esposto per rendere noto al mondo che si intende
scoprire la verità sulla leggenda di Alarico. |